Il 5 per mille è un fondamentale strumento di sostentamento sussidiario delle attività degli enti del terzo settore. Attraverso di esso, i contribuenti possono destinare una parte delle imposte maturate sui redditi prodotti nell’anno solare precedente (IRPEF) al sostentamento degli enti del terzo settore. Si tratta, per la precisione, della destinazione di somme che il contribuente è comunque tenuto a versare nell’ambito del proprio regime impositivo fiscale.
I principali step per gli enti del terzo settore
Per gli enti del terzo settore il requisito fondamentale per poter partecipare al riparto delle risorse maturate con l’attribuzione del 5 per mille è l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore – RUNTS. Altresì, possono fruire delle risorse gli enti che, ai sensi del d.P.C.m. 23 luglio 2020, art. 3, comma 2, provvedano ad accreditarsi entro il termine del 10 aprile 2025. Pertanto, al fine di partecipare al riparto occorre soddisfare il duplice requisito della iscrizione al RUNTS e dell’esercizio della opzione di accesso alla misura di sostentamento sussidiaria.
Scaduto il termine, e comunque entro il 20 aprile 2025, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali provvede alla pubblicazione dell’elenco degli enti che hanno tempestivamente provveduto all’accreditamento per la distribuzione del 5 per mille.
Peraltro, possono partecipare al conseguimento di una quota del 5 per mille anche coloro che, pur non avendo tempestivamente esercitato l’opzione, presentino una richiesta di accreditamento tardiva. Tale richiesta deve intervenire comunque entro e non oltre il 30 settembre 2025 e, contestualmente, essa è soggetta all’obbligo di versamento di un importo di euro 250,00, come stabilito dalla risoluzione 42/E del 1° giugno 2018 dell’Agenzia delle Entrate.
Quale regime per Onlus e Associazioni sportive dilettantistiche
Recentemente, per le Onlus e le associazioni sportive dilettantistiche (Asd) non presenti nei rispetti elenchi permanenti, è stata confermata la possibilità di accesso al riparto dei fondi del 5 per mille.
di Giacomo Biasutti, Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Trieste