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Co-progettazione e gare d’appalto: le differenze nei criteri valutativi secondo l’art. 55 del Codice del Terzo Settore

Nel panorama giuridico del Terzo Settore, la co-progettazione rappresenta uno strumento collaborativo che si distingue nettamente dalle tradizionali gare d’appalto. Ai sensi dell’art. 55 del Codice del Terzo Settore (CTS), la procedura di co-progettazione prevede una dinamica di dialogo e cooperazione tra l’Amministrazione pubblica e gli Enti del Terzo Settore (ETS), con l’obiettivo di sviluppare insieme progetti che rispondano ai bisogni della comunità.

Una caratteristica fondamentale di questo strumento è che i criteri valutativi utilizzati durante la fase iniziale non devono precludere la possibilità di successivi sviluppi e adattamenti del progetto, d’intesa con l’Amministrazione. Questo approccio flessibile riflette la natura collaborativa della co-progettazione, in cui l’ente partecipante non agisce come un semplice concorrente, ma come un partner strategico con cui l’Amministrazione può lavorare per perfezionare il progetto.

Al contrario, nelle tradizionali gare d’appalto, la procedura è strutturata in modo rigido e competitivo. In tali casi, il progetto è interamente predisposto dal partecipante, e la stazione appaltante ha il solo compito di valutare il progetto presentato, senza la possibilità di modificarlo o integrarlo. Questo meccanismo vincolato evidenzia una netta differenza rispetto alla co-progettazione, dove l’obiettivo primario è la collaborazione e l’adeguamento progressivo del progetto per rispondere al meglio alle esigenze della collettività.

In questo senso, la co-progettazione diventa uno strumento più inclusivo e dinamico, permettendo alle Pubbliche Amministrazioni di sfruttare al massimo l’esperienza e le competenze degli ETS per raggiungere soluzioni innovative e condivise. Si tratta di una visione che punta a costruire una sinergia tra settore pubblico e terzo settore, mirando non solo all’efficienza amministrativa, ma anche al rafforzamento del tessuto sociale.

TAR Lombardia, II, 1ottobre 2024, n. 2533

di Andrea Crismani, Direttore del Master DMTS, Professore ordinario di Diritto amministrativo, Università di Trieste

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