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Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha pubblicato l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione 2025–2027

Lo scorso 4 settembre il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha pubblicato l’atto di indirizzo 2025 e l’atto di programmazione delle risorse da dedicare al terzo settore per il triennio 2025-2027.

La funzione degli atti di indirizzo ministeriali

L’articolo 72, commi 3 e 4, d.lgs. n. 117 del 2017, stabilisce in capo al Ministro del lavoro e delle politiche sociali l’onere di determinare con cadenza annuale ed attraverso uno specifico atto di indirizzo previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, gli obiettivi generali, le aree prioritarie di intervento e le linee principali delle attività finanziabili per lo sviluppo del terzo settore. Contestualmente, il provvedimento definisce il quadro di finanziamento complessivo delle stesse, dei limiti delle risorse finanziarie disponibili. A seguire, con decreto annuale ai sensi dell’art. 73, comma 2, del Codice del terzo settore, il Ministero individua le risorse da assegnare sulla singola annualità sulla base di linee di intervento specifiche.

Perché sono importanti gli atti di indirizzo

Gli atti di indirizzo, per quanto aventi una funzione programmatoria generale, sono particolarmente importanti per le politiche di sviluppo del terzo settore. Essi, infatti, stabiliscono le linee di intervento sulla base delle quali gli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali individuano poi i soggetti attuatori degli interventi finanziabili ed i beneficiari delle risorse, attraverso procedure che rispettano i principi della l. .n. 241/1990.

Cosa si prospetta all’orizzonte

Il primo dato ricavabile dagli atti di indirizzo 2025 è l’attribuzione complessiva delle risorse stanziate, pari a circa 141,3 milioni di euro. Gli obbiettivi proposti sono direttamente riferiti all’Agenda 20230 e le risorse ripartite: a sostegno alle attività di interesse generale di rilevanza nazionale (per euro 14.329.634,71); a sostegno alle attività di interesse generale di rilevanza locale (per euro 19.655.452,00); per contributi per l’acquisto di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali (per euro 7.350.000,00); per il contributo annuo alle persone giuridiche privatizzate ai sensi dell’articolo 115 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 (per euro 2.580.000,00).

Un ulteriore aspetto da considerare è l’espresso richiamo alla valutazione di impatto delle iniziative finanziate, di cui alle Linee guida del 23 luglio 2019. Si tratta di un profilo che quindi dovrà essere considerato nei procedimenti di assegnazione individuale delle risorse, che è peraltro stato pure oggetto della Raccomandazione 13287/23 del Consiglio UE.

di Giacomo Biasutti, Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Trieste

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