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Il meccanismo della co-progettazione. Spunti utili dal Consiglio di Stato (n. 5217/2023 e n. 5218/2023).

Il meccanismo della co-progettazione rappresenta un concetto progressista e innovativo nel panorama amministrativo, fondamentale per comprendere come le istituzioni pubbliche interagiscono con il Terzo settore. Questa metodologia è stata concepita come uno strumento volto a coinvolgere attivamente soggetti del Terzo settore nella progettazione e realizzazione di specifici interventi o servizi, con l’obiettivo di rendere tali progetti più aderenti alle esigenze della comunità e al contempo sfruttare le competenze e le risorse specializzate di questi enti.

Secondo le sentenze del Consiglio di Stato (n. 5217/2023 e n. 5218/2023), la co-progettazione è essenzialmente ideata per identificare ed interagire con uno o più soggetti del Terzo settore. In questo schema, la Pubblica Amministrazione e il Terzo settore lavorano congiuntamente, cooperando in ogni fase, dall’ideazione alla stesura della progettazione degli interventi, delineati all’interno di un atto programmatico.

Una fase cruciale di questo processo è rappresentata dalla convenzione, che sancisce ufficialmente la collaborazione e la partecipazione attiva tra le parti. E’ importante sottolineare che, pur essendo un processo collaborativo, la co-progettazione non deve essere confusa con un contratto di appalto. Gli avvisi inerenti alla co-progettazione non dovrebbero contenere allegati o indicazioni stringenti che potrebbero renderli equiparabili a un appalto classico, in cui il ruolo dell’operatore economico è meramente esecutivo e non propositivo.

Sul punto, infatti, il Consiglio di Stato ha espresso una visione critica su alcune modalità di gestione della co-progettazione. Ad esempio, se in un avviso di co-progettazione si identificano indicazioni e vincoli troppo rigidi, assimilabili a un capitolato d’appalto tradizionale, si potrebbe compromettere la vera essenza di questo meccanismo, svilendone il potenziale innovativo e partecipativo.

Un altro punto sollevato dalle sentenze del Consiglio riguarda le remunerazioni previste. Se queste appaiono ambigue o non trasparenti, potrebbero nascondere un semplice corrispettivo economico, simile a quello previsto nei contratti di appalto, piuttosto che un riconoscimento per una collaborazione autentica e proficua.

Il vero fulcro della co-progettazione sta nel contributo, tangibile e intangibile, che le organizzazioni del Terzo settore e la Pubblica Amministrazione decidono di condividere. Questo processo collaborativo è intrinsecamente legato al principio di sussidiarietà, un concetto che pone al centro dell’azione amministrativa la cooperazione e la complementarietà tra diversi livelli istituzionali e tra settore pubblico e privato. Se questo contributo manca o viene minimizzato, si rischia di ricadere in dinamiche tradizionali, dove la relazione tra le parti è meramente transazionale e non costruttiva.

di Andrea Crismani

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