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Il d.l. n. 48/2023 ed il ruolo degli Enti del Terzo Settore nel contrasto della povertà e delle diseguaglianze

Recentemente è stato promulgato il d.l. n. 48/2023, convertito con l.n. 85/2023, recante misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro. Si tratta di un corpo normativo che vuole rendere maggiormente efficacie il sistema di accesso al lavoro per le categorie svantaggiate, che rischiano di essere ancor più esposte all’impoverimento in un periodo, come quello attuale, di forte instabilità economica ed inflazionistica.

Quale ruolo del terzo settore nella lotta alla povertà?

La disciplina disegna un ruolo centrale per gli enti del terzo settore nell’ambito delle politiche di inclusione sociale. Infatti, l’art. 6, comma 5, d.l. n. 48/2023, inserisce tra i percorsi di recupero sociale anche l’attività svolta dai soggetti quali volontari all’interno degli enti del terzo settore. Tale attività è fondamentale al fine di poter beneficiare del sostegno economico dato dall’assegno familiare di inclusione. In questi casi, peraltro, gli oneri sostenuti dall’ente del terzo settore per assicurare la partecipazione del soggetto (quali ad esempio quelli relativi alla sua assicurazione) sono sostenuti attingendo da appositi fondi predisposti dal precitato decreto legge. Nella realizzazione dei percorsi di inclusione è fondamentale poi il ruolo degli ETS che agiscono in maniera sinergica con le autorità locali. Inoltre, gli enti del terzo settore fanno parte di diritto dell’osservatorio sulla povertà istituito dal decreto legge in parola.

Enti del terzo settore e disabilità

All’interno dei percorsi di inclusione sociale, inoltre, è riconosciuta una specifica incentivazione economica in favore degli enti del terzo settore che si prodighino nell’impiego di soggetti diversamente abili. Agli ETS che, inoltre, si prodighino nell’attività di inclusione delle persone diversamente abili è ulteriormente riconosciuto un apposito contributo economico a valere sulle risorse stanziate dal provvedimento in esame.

I chiarimenti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali

Si segnala, peraltro, che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha recentemente operato alcuni chiarimenti in merito al contenuto delle nuove disposizioni, con particolare riferimento al tema del lavoro a termine. In particolare, il dicastero ha chiarito quali sono i limiti con riferimento alla possibilità per le parti sociali di utilizzare lo strumento dei contratti a termine giustificati da obbiettive esigenze aziendali. Puoi trovare il testo della circolare cliccando qui.

di Giacomo Biasutti, Professore associato di Diritto amministrativo, Università degli Studi di Trieste

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