L’evoluzione del panorama energetico europeo ha assistito alla nascita e alla diffusione di un innovativo modello: le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Queste comunità, ancorate a principi di sostenibilità ambientale e coesione sociale, propongono un approccio alternativo alla produzione e al consumo di energia, basandosi su meccanismi di condivisione e collaborazione.
La peculiarità delle CER risiede nella loro capacità di combinare benefici sociali, ambientali ed economici. Tali comunità si pongono come veri e propri acceleratori di un cambiamento sostenibile, grazie alla loro promozione dell’autoconsumo energetico e alla produzione di energia pulita. Questa visione circolare dell’energia vede non solo un impegno verso l’ambiente, ma anche una responsabilità sociale.
Ed è proprio qui che entra in gioco il rapporto con gli Enti del Terzo Settore (ETS). Le organizzazioni di Terzo Settore, da sempre impegnate in attività sociali e di supporto alle comunità più vulnerabili, trovano nelle CER un partner strategico. Come evidenziato dal D.lgs. n. 199/2021, le CER rappresentano un’opportunità di crescita per queste organizzazioni. Esse sono infatti chiamate a soddisfare le esigenze dei loro membri, ma possono anche estendere il loro impatto, realizzando interventi a favore delle fasce più fragili della popolazione.
Le CER, con la loro natura partecipativa e inclusiva, e gli ETS, con la loro mission sociale, come veste del CER possono garantire un accesso equo e sostenibile all’energia, soprattutto per le famiglie a basso reddito o in condizioni di vulnerabilità. Questa sinergia tra CER e ETS non solo sottolinea l’importanza dell’energia rinnovabile, ma ribadisce anche il ruolo cruciale della cittadinanza attiva e della partecipazione comunitaria nella transizione verso un futuro energetico sostenibile.
In conclusione, la sinergia tra Comunità Energetiche Rinnovabili ed Enti del Terzo Settore, nelle vewsti di cooperative o di imprese sociali segna un passo avanti nella realizzazione di un modello energetico che tenga conto sia dell’ambiente sia delle esigenze sociali. In tal modo è possibile costruire un futuro in cui l’energia è non solo pulita, ma anche inclusiva e partecipativa.
di Andrea Crismani